martedì, ottobre 31, 2006

spiegazioni

Voglio spiegarmi.Per qualche secondo sul mio blog è apparso un'immagine rivoltante, da me assolutamente non postata. Perchè? NOn lo sò, volevo mettere un'immagine di un piatto di spaghetti per invitare chiunque legga questo blog a cena a casa mia.
Ciao.

scuse

Qualsiasi immagine vediate non è frutto della mia scelta. Ma non sò per quale motivo si è caricata.
mi scuso.

domenica, ottobre 22, 2006

moretti


Domenica di festa passata completamente in casa, causa pseudo-malattia della figlia. E'talmente piccola e ingenua che ancora non capisce che la finzione deve cominciare il lunedi?
Quindi...lettura inutile di quotidiani di opposte vedute "sole 24 ore", "il manifesto". La finanziaria che viene criticata da MOntezemolo e difesa dalla sinistra radicale, la politica estera con la sterzata preelettorale di Bush (attenta sinistra italiana)!e il pomeriggio ascoltando Moretti su radio3 che parla del piu' e del meno...aspettando la Gabanelli stasera.
Che dice Moretti? Parla di cinema, di politica di sport...ma non entra mai nei nodi aperti in quella famosa fredda serata di P.zza Navona.
COn questa classe dirigente non andremo da nessuna parte, aveva suppergiu tuonato l'intellettuale. DIvidendo in due i commentatori...torni ad occuparsi di cinema e dall'altra parte...bravo e tutta la stagione girotondina successiva.
E ora? La classe dirigente è sempre la stessa. E' diventata di governo e cerca di creare su carta il partito democratico. Come la mettiamo?
Per parte mia: io non partecipo. Che se lo faccino pure il partito democratico...io seguendo gli insegnamenti di M. Revelli, credo che la "la sinistra o sarà sociale o non sarà".
"La sinista sociale" Bollati boringhieri, pag 155.

sabato, ottobre 14, 2006

innovazione


Navigando sul sito della provincia di Grosseto si trova un progetto che si chiama Suap che intende stabilire nuove norme di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione per la realizzazione, l’ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi.La Provincia si è impegnata da tempo per favorire, a vantaggio della nascita e del consolidamento degli sportelli unici, processi di cambiamento organizzativo, amministrativo, tecnologico in un’ottica di crescita dell’efficacia e dell’efficienza amministrativa. C'è una lista lunga di comuni aderenti, indovinate quale comune manca?
Indovinato, l'efficentissimo, produttivissimo, aggiornatissimo Comune di Orbetello!!!
Non ci dovremmo stupire piu' di tanto invece, perchè scorrendo le infinite deleghe dei singoli assessori, non c'è neanche lo straccio di una delega che si avvicini alla parola innovazione...ma nel compenso la banda continua a suonare!!!!!!

lunedì, ottobre 09, 2006

risparmi


Se la finanziaria passa così com'è ci saranno delle durissime strette agli enti locali. Il nostro Comune in materia di tasse non è secondo a nessuno. Ici tra le piu' alte della Toscana, asili nido improponibili per le tasche medie ecc...
Sul web è nata un'iniziativa che potrebbe far risparmiare un sacco di soldi alle pubbliche amministrazioni. Si tratta dell'adozione di software libero nelle amministrazioni.http://www.youtube.com/watch?v=TBcpCKdKa9M&mode=related&search=
è il link dove potere vedere il filmato realizzato dalla trasmissione telecamere e quello che segue è il testo della petizione.
Fatte le giuste proporzioni con i dati che riportano, credo che si possa ipotizzare un buon risparmio di soldoni!

-- La lettera --


"Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Economia, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione e a tutti i Dirigenti della Pubblica Amministrazione.
In questi giorni la scoperta della preoccupante situazione dei conti pubblici ci fa presagire la necessità di dover affrontare sacrifici per il bene del Paese.



Noi cittadini, fiduciosi nei nostri amministratori, speriamo che ci guideranno competentemente nel recupero del disavanzo primario. Come sappiamo, ciò è fondamentale per dare fiducia ai mercati innescando il meccanismo virtuoso che aiuta a ridurre il deficit tenendo basso il costo del denaro.



Ridurre il deficit del settore pubblico è senza dubbio un obiettivo importante che tutti ci auguriamo sia perseguito con equità. Quelli di noi che sono alla ricerca di un lavoro sono preoccupati dell'eventualità di provvedimenti come blocchi delle assunzioni. In molti poi, siamo preoccupati per l'eventualità che i tagli più severi colpiscano settori già gravemente compromessi quali la sanità, l’istruzione, la ricerca.



Come in una famiglia, quando ci sono sacrifici da fare è necessario che con equità tutti accettino di fare la loro parte per il bene di tutti. E come in una famiglia, quando si decide di fare dei sacrifici, si comincia sempre tagliando prima le spese superflue.



Ogni anno la Pubblica Amministrazione del nostro paese spende molto denaro per acquistare software proprietari, quando se ne potrebbero usare di analoghi, distribuiti liberamente, cioè gratis. A titolo di puro esempio, ricordo che nell'anno 2004 sono stati spesi in software applicativo 483,801 Milioni di Euro, che si vanno a sommare ai 438,728 Milioni di Euro destinati ad hardware e software di base. Questi dati includono solo una minima parte delle risorse destinate a questo scopo perché riguardano solo le spese delle amministrazioni centrali.



Scuole, universita' ed enti di ricerca destinano altre risorse allo stesso scopo.
(Fonte: http://homes.stat.unipd.it/mmzz/Papers/cnipa2004.pdf)
Pensi per esempio che solo il Comune di Milano, in licenze Microsoft, destina circa trecentomila euro ogni anno.
(Fonte: http://attivissimo.blogspot.com/2006/03/milano-kamasutra-update.html)



Come cittadini apprezzeremmo molto se, prima di approvare contromisure come ad esempio i blocchi alle assunzioni o agli stipendi, si decidesse di adottare il criterio del risparmio limitando i costi dei programmi proprietari. Questo risultato si potrebbe ottenere mediante l'estensione delle modalità di procurement CONSIP al software Libero (come risulta dell'indagine: “USARE L' OPEN SOURCE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE” del 2003).



Del resto mentre la spesa per stipendi è un costo che però va a finanziare la domanda aggregata dei beni e servizi del nostro paese, i costi delle licenze vanno per la maggior parte ad accrescere i profitti di imprese multinazionali che non saranno spesi nel nostro paese.

Dai rapporti del CNIPA risulta che l'Italia si colloca al 4° posto al mondo tra gli sviluppatori di programmi liberi. La nostra Pubblica Amministrazione non è sicuramente fra le prime 4 al mondo per risparmio derivato dal Software Libero, mentre altri paesi come il Venezuela, il Brasile, la Cina, l'Iran e il Bhutan hanno deciso di abbattere i costi delle licenze utilizzando esclusivamente Software Libero.



La proprietà intellettuale assicura ai detentori dei diritti sul software un reddito praticamente eterno, a fronte di un solo sforzo di sviluppo e ricerca, che si è concluso nel momento in cui si registra il brevetto. La teoria economica ci insegna che tutte le volte che qualcuno percepisce un reddito che non produce, c’è qualcun altro che produce un reddito che non percepisce: in questo caso ci sembra evidente che a produrre senza percepire siamo tutti noi, attraverso un apparato che destina enormi risorse pubbliche al pagamento di licenze sui software. Esistono alternative gratuite, altrettanto valide, e data la situazione economica del paese sarebbe grave non tenerne conto.



Caro Presidente, caro Ministro, cari Dirigenti, confidiamo dunque nella possibilità che l'alternativa dell'utilizzo del Software Libero venga da voi presa in seria considerazione.



Cordiali Saluti.

domenica, ottobre 08, 2006

ancora giornalisti



In riferimento al post di ieri,e premesso che il tg di Fede è molto piu' bello di altri...vedi il panino di Mimum, l'infoentertainement del tg2 ecc...sarebbe un peccato sostituire un tale personaggio con qualcuno di noi!!!
Sapremmo fare di meglio?
A parte scherzi, il mondo dell'informazione è in lutto per la morte della valida giornalista Politkovskaja che ha tentato in tutti i modi di testimoniare l'etnocidio della Cecenia. Come il nostro conterraneo Antonio Russo, morto ammazzato e dimenticato a 25 km da tiblisi, tentava di squarciare il velo di silenzio di un massacro che avviene a fasi alterne dal 1994.
Perchè nessuno ferma Putin nella sua "operazione antiterrorismo"? Forse il gas?

Concludo il post con una citazione da un libro appena uscito dalla Bur che si chiama "Perchè ci odiano?". Nella post-fazione del libro scritta da G. Fornoni c'è un'intervista alla giornalista che mette i brividi:
"
Le chiedo se qualche volta ha paura, se non ha mai pensato di essere piu' prudente in quello che scrive e che denuncia, la Polikovskaya risponde:Certo che ho paura ma questa è la mia professione. Avere paura è una cosa tua personale. Ciò che conta veramente è dare voce alla gente, raccontare questa grande tragedia del nostro paese..."

venerdì, ottobre 06, 2006

appello

I Giornalisti sono in sciopero! E chi se ne frega!
Mi spiego meglio, massimo rispetto per tutti i lavoratori e lavoratrici che vengono sottopagati,sottopagati da editori senza scrupoli, ma insomma...che comincino anche loro a riflettere sull'antistorico limite della corporazione a cui appartengono.
Bersani ha intaccato con il suo decreto molte rendite di posizione (alcune veramente schifose), perchè non ha toccato i giornalisti? Forse perchè moltissimi parlamentari, sono ancora giornalisti e godono dei privilegi...e voi/noi che ci informiamo, scriviamo pensiamo siamo tagliati fuori dal giro.
Faccio un appello agli studenti di comunicazione e a quelli in generale interessati all'argomento. Organizzate nelle vostre aule universitarie incontri con studiosi, politici addetti ai lavori e fate sentire la vostra voce. Magari utilizzando come brogliaccio (da rivedere sicuramente) questa proposta di legge del presidente della commissione affari della camere Daniele Capezzone.

PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1
1. Sono abrogati la legge 3 febbraio 1963, n. 69, sull’ordinamento della professione di giornalista ed il relativo regolamento di attuazione, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 1969, n. 115.
Art. 2
1. È istituita la carta d’identità professionale del giornalista della quale i titolari si possono avvalere per beneficiare delle disposizioni adottate in favore dei rappresentanti della stampa dalle autorità amministrative e per qualsiasi altra facilitazione prevista per chi svolga attività di giornalista professionista.
Art. 3
1. Per ottenere la carta di identità professionale di cui all’articolo 2 è necessario essere giornalista professionista, intendendosi con tale espressione l’avere per occupazione principale, regolare e retribuita, l’esercizio della professione di giornalista in una pubblicazione quotidiana o periodica, in una emittente radiofonica o televisiva o in una agenzia di stampa, anche quando le stesse abbiano diffusione prevalentemente o esclusivamente telematica.
2. Sono inoltre considerati giornalisti professionisti e possono richiedere la carta d’identità professionale:
a) i giornalisti liberi che, senza essere al servizio di una data pubblicazione, emittente o agenzia, esercitino il giornalismo come occupazione principale e regolare, ricavandone le principali risorse necessarie alla loro esistenza;
b) i fotoreporter, cineoperatori e reporter-cameramen, che operino come giornalisti professionisti secondo i criteri di cui alla lettera a) del presente comma e di cui al comma 1;
c) i giornalisti italiani residenti all’estero corrispondenti regolari di pubblicazioni, emittenti o agenzie italiane;
d) i giornalisti stranieri o apolidi domiciliati in Italia che abbiano una occupazione giornalistica regolare.
Art. 4
1. La carta d’identità professionale è rilasciata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a chi possa documentare di essere da almeno un anno nelle condizioni previste all’articolo 3.
2. Presso l’Autorità è istituito il registro dei giornalisti, per il deposito della comunicazione necessaria all’ottenimento della carta d’identità professionale, che viene consegnata entro un mese dalla data di presentazione della richiesta. Qualora la documentazione sia insufficiente, l’Autorità, con decisione motivata, respinge la richiesta. La richiesta può essere rinnovata dopo tre mesi da ogni risposta negativa.
Art. 5
1. La carta di identità professionale è rinnovata ogni tre anni e resta valida fino a quando non cessano le forme di rapporto professionale previste dall’articolo 3. Il titolare decade in tal caso da ogni beneficio ed è tenuto a darne comunicazione all’Autorità entro sei mesi dalla cessazione del rapporto professionale.