mercoledì, marzo 14, 2007

epoca delle passioni tristi

Ieri ho assistito alla puntata di 8 e mezzo sugli adolescenti, scuola e "vuoto che sommerge". Galli della Loggia e Ferrara hanno tenuto tutta la puntata in piedi girando intorno ad una tesi semplicissima, brutalizzo: la mancanza di autorità genera tutto il caos che viviamo; tale mancanza nasce dal '68 e dai movimenti di emancipazione nati da lì! Stò leggendo un libro "no future", che ha come titolo "l'epoca delle passioni tristi" e consiglio agli intellettuali di buttarci un occhio. Anche su questo come su tantissime altre questioni i due autori hanno un pensiero per niente banale. Riporto la citazione:"Il fatto è che la messa in questione dell'autorità di cui ci occupiamo qui non ha alcun rapporto con i movimenti di emancipazione che nascono da istanze di giustizia. Anzi, si tratta di una tendenza che caratterizza società come le nostre, pervase da un individualismo senza limiti in nome di un primato che il neoliberismo accorda alla libertà di mercato e alle mere relazioni di scambio determinate dalla logica del consumo".
p.s. mi aspetto una risposta violentissima di del mio amico neoliberista selvaggio radicale

1 commento:

vittorio ha detto...

ecco la risposta del tuo selvaggio amico radicale, o più precisamente liberale-liberista-libertario... :)

innanzitutto l'intero discorso di basa su una premessa sbagliata, ed è quindi infondato.
la premessa sbagliata è che l'emancipazione, poiché scaturita da una sete di giustizia e di liberazione, non abbia a che fare con la contestazione dell'autorità...
è evidente invece che l'ostacolo all'emancipazione erano proprio l'autorità e la mentalità fasciopaternalistica che essa propugnava.

il seguito dell'intervento dei due autori non è migliore.
ad esempio essi tirano in ballo il liberismo, che è prettamente economico, nell'ambito della rivendicazione dei diritti e dell'emancipazione (ad esempio quella sessuale). direbbe di pietro: che c'azzecca?
sarebbe quindi stato più opportuno direi libertarismo, ma appunto la confusione tra due concetti differenti è sintomatico della confusione che alberga nella testa dei due autori.

dopodiché, inevitabilmente, giungo al succo della mia risposta (dulcis in fundo) difendendo a spada tratta in tanto vilipeso individualismo che è invece il motore del progresso-sviluppo sia anche economico (individualismo=>competizione=>miglioramento), ma soprattutto civile (con la progressiva liberazione dell'individuo umano dal giogo di AUTORITA' che si DICONO portavoci di una comunità/collettività), e dunque del benessere.

Purtroppo la cecità ideologica della lotta senza quartiere al Grande Satana del Consumo offusca la mente a tante persone, ed il fatto che scrivano libri non significa che non sparino cazzate.